Venghino siori, venghino – Love Camp 7

love camp 7Che fatica. Non sapete che fatica per riuscire a tornare. Cioè, ero tranquillo in casa una mattina quando mi squilla il telefono: “Signore, lei ha vinto un viaggio”. Bene, che fortuna, mi dico. E dire che non avevo partecipato a nessun concorso, almeno mi sembrava.

Preparo le valigie, metto dentro un po’ di tutto perchè non mi hanno detto la destinazione (e trovarsi in montagna con solo costumi da bagno sarebbe una cosa scomoda) e mi faccio trovare davanti a casa come secondo indicazioni. Ora che ci penso era tutto molto criptico, sarei dovuto stare più attento. Passano a prendermi, provo a chiedere qualcosa all’autista ma non sa nulla, poi mi addormento. In auto mi addormento sempre. O chiedo “Tra quanto arriviamo?” o mi addormento. Meglio così per l’autista.

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Supercazzola spagnola – “Open Windows”

open-windows-poster01Open Windows è essenzialmente una supercazzola. Negli anni ’70 e ’80, ci sguazzavamo dentro: virus mutanti su arcipelaghi paradisiaci sperduti ai quattro angoli del globo ma comunque tutti uguali, assassini con guanti neri che uccidevano in tutti i modi tranne che in quelli più semplici e colpi di scena come se piovessero. Poi ci siamo addormentati. E parecchio anche.

Arrivano gli anni 2000 e la supercazzola decide di traslocare perchè ormai da noi non se la fila più nessuno, non va d’accordo con i vicini che fanno sempre rumore e attaccano la lavatrice di notte che poi senti sempre quel ronzio di sottofondo che rompe il cazzo.

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I coppini di Cuba – “Absolute Deception”

absolute deceptionQualche tempo fa mi trovavo in negozio di fumetti. “Ma che caso, eh!” potrebbe rispondere sarcasticamente la mia ragazza. Stavo osservando le nuove uscite sugli scaffali, accompagnato da un amico. Dopo essere entrati, ci separiamo per fare un giro in solitaria. Una volta terminata l’osservazione torno verso quello che credevo il compagno di giro pomeridiano per la città. Gli dissi che per me potevamo uscire ma non ricevetti nessuna risposta.

Gli chiesi se aveva visto qualcosa ma ancora nessuna risposta. Per incentivare in maniera più decisa una risposta, diedi un “coppino” al compagno di ventura. Dicesi “coppino” quando si colpisce un soggetto sulla nuca con la mano in posizione concava in modo da provocare una certa soddisfazione nel colpente, a causa del suono provocato simile ad uno schiaffo ma più grave, e in grado di provocare un certo fastidio al colpito. Il problema di quel pomeriggio è che avevo colpito un ragazzo asiatico. E no, il mio amico non è asiatico. Me la sono cavata con delle rapide scuse, (stereotipo in arrivo) per fortuna non aveva i tempi di reazione di Bruce Lee, mentre il mio accompagnatore fumettistico mi osservava sorridendo, imbarazzato per me.

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Vi voglio bene – “Muppets Most Wanted”

muppets most wantedTutte le volte che li vedo mi vengono i brividi. Davvero. E, ogni tanto, anche gli occhi lucidi. Non so perchè, proprio non riesco a spiegarmelo. Forse stimolano in qualche modo il mio subconscio, portando in superficie quei momenti dorati della mia infanzia in cui assieme ai miei genitori, durante le feste natalizie ma non solo, stavo tranquillo sul divano a guardare la loro versione della storia di Scrooge.

Ma anche il loro primo film: ho una immagine fissa, non so perchè, quella del pupazzone grande con i peli lunghi piastrati e con il naso a patatona che corre dietro alla macchina degli altri compari perchè troppo grande per entrarci. Non so perchè proprio questa. E quindi mi ritrovo lì, ancora sul divano, tra canzoni, simpatiche gag e personaggi che strapazzerei di coccole mentre, a vent’anni circa, i miei genitori l’unica cosa che mi chiedono è: “Ma che guardi, i Muppets?” e con una risposta tra l’orgoglioso e l’imbarazzo rispondo “Sì”.

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La lunga estate caldissima – “The Quiet Ones”

201436173259the_quiet_onesAh, l’estate. La stagione degli ombrelloni, dell’umidità e delle zanzare. Ma anche delle piscine all’aperto, delle creme solari, dei condizionatori, del caldo, della noia, della “Guarda che bel tempo che c’è fuori, perchè non esci un po’ invece di stare sempre in casa?” e dei “Fuori caldo, meglio Playstation e gelato davanti al ventilatore”. E, ultimo ma non meno importante, la stagione del nulla assoluto cinematografico nel Paese Italico.

Una stagione in cui ci si ritrova sommersi da remake di horror usciti in patria circa due anni prima, documentari, e per l’amor del cielo chi cazzo va a vedere i documentari al cinema, e pellicole italiane che escono proprio grazie a questo momento di pausa seguendo la filosofia del “Oh, noi lo distribuiamo poi cazzi vostri”. Per non parlare poi della distribuzione di una pellicola natalizia in piena estate.

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Il tonno è più buono – “3 Days to Kill”

three_days_to_killE’ nuvoloso e nella sua casa di campagna in Arizona, Kevin riposa in veranda su una sedia a dondolo mentre sorseggia una birra in attesa di scorgere un qualche animaletto selvatico per sparargli con il fucile per noia. Passano le ore, nessun animaletto ma le bottiglie continuano ad essere svuotate a discapito del fegato del bevitore. E’ un po’ depresso, non è sempre facile essere una star in declino. Certo, qualche particina in un paio di kolossal degli scorsi anni gliel’hanno data. Ma morire sullo schermo nel tentativo di salvare un cane, ha fatto sorgere a Kevin una serie di dubbi: sono ancora adatto a questo lavoro? Cosa potrei fare per rilanciarmi? O sono troppo vecchio per qualsiasi cosa?

Quindi, terminata l’ennesima birra, decide di rientrare in casa e, chiudendosi la vestaglia rossa unta da patatine alla cipolla, si siede sul divano. Accende la televisione. Un reality show. Una replica di qualche telefilm che hanno cancellato già da tempo. Poi lo vede: Taken. Un attore ormai non più giovanissimo che si rilancia grazie ad un classico revenge movie in salsa d’azione. Spalanca gli occhi, il cuore batte sempre più forte. Prende il telefono e chiama il suo agente: “Voglio un film d’azione – dice Kevin -. Voglio una parte figa e la voglio subito”.

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Mannaggia al demonio – “Devil’s due”

devilsdueOggi parlo con te, ragazzina tredicenne che si fa le foto al cinema, e con te, ragazzino tredicenne con uno scooter di quelli truccati che nonostante stiano andando ai 50 all’ora pare stia passando un jet militare che va al cinema per vedere un film di quelli che zio spaccano di paura dibbbrutto. Cercate di ascoltarmi. Sono consapevole di essere un signor Nessuno ma in campo “film del terzo millennio con il diavolo” ormai penso di saperne qualcosa. Demoni, diavoli, spiriti e fantasmini cattivi ormai ci regalano più di un film all’anno. Perchè come si dice, un diavolo al giorno toglie il medico di torno. Ma visto che il diavolo fa gli sceneggiatori ma non i cervelli, ci si ritrova continuamente di fronte a prodotti di questo tipo che racchiudono tutto il proprio meglio nella strategia di marketing promozionale. Perchè  si sa, la madre del diavolo è sempre incinta.

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Tutto il resto è marketing – “Nymphomaniac”

nymphomaniacC’è da dire una cosa: che piaccia o no, bisogna riconoscere a Lars von Trier di essere un buon comunicatore. “Male o bene, purchè se ne parli” recitava un Oscar Wilde selvaggiamente tradotto e mister von Trier ha costruito su questa frase la sua campagna pubblicitaria del film.

Mesi e mesi nei quali non sono usciti altro che articoli di giornale che titolavano “Ecco il porno di von Trier” o “Scandalo al cinema”, giornali che si preoccupavano solo di capire quanti peni, quante vagine e quanti peni dentro vagine ci fossero dentro questa pellicola senza parlare di qual’è la storia che viene narrata attraverso il volume I e II. Qui uniamo tutto, niente I e II. Cercherò di raccontare il mio pensiero e le mie sensazioni dopo aver visto questo che, a mio parere, è un filmone.

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